DGià utilizzate per produrre biocarburanti, plastica o cosmetici, le microalghe sono presentate come una seria alternativa al petrolio. In questa prospettiva, le microalghe sono state usate per la prima volta per produrre bitume.
Questo biobitum è stato creato come parte del Progetto Algoroute, guidato da ricercatori dell'Università di Nantes e dell'Istituto francese per le scienze e le tecnologie dei trasporti, della pianificazione e delle reti (Ifsttar). Per ottenere ciò, hanno mescolato alghe e acqua pressurizzata, fino a ottenere un liquido nero e viscoso vicino al petrolio convenzionale. E le somiglianze non si limitano al suo aspetto, poiché il biobitume ha le stesse proprietà del petrolio: “Liquido sopra i 100°C, permette di rivestire aggregati minerali viscoelastici da -20°C a 60°C, assicura la coesione del granulato struttura, sostiene i carichi e rilassa le sollecitazioni meccaniche”.
I test devono ora essere condotti per studiare il comportamento di questo biobitum nel tempo e la redditività del processo prima di vederlo, forse, copre le nostre strade. Le microalghe sono note da tempo per le loro applicazioni come coloranti nei cosmetici o come integratori alimentari. Raffinarli per produrre, ad esempio, biocarburanti, è un'idea emersa negli ultimi anni. Oggi, le microalghe sono tra le alternative promettenti al petrolio. Con lo sviluppo di processi efficienti e redditizi, molti prodotti dell'industria della raffinazione diventerebbero accessibili.
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