À Contro la corrente della storia ufficiale dei colonizzatori, questo potente affresco volge lo sguardo a raccontare, dal punto di vista dei colonizzati, centocinquant'anni di lotta contro il dominio, ea risuonare nel presente un diniego che continua.
Dalla rivolta dei sepoy del 1857 alla stupefacente Repubblica del Rif, istituita dal 1921 al 1926 da Abdelkrim el-Khattabi prima di essere schiacciata dalla Francia, questo primo episodio mostra che la resistenza, in altre parole la decolonizzazione, ha iniziato con la conquista. Ricorda come, nel 1885, le potenze europee divisero l'Africa a Berlino, come i tedeschi commisero il primo genocidio del XX secolo in Namibia, rivaleggiando con gli orrori compiuti sotto la guida del re belga Leopoldo II in Congo. Traccia anche le tracce dell'antropologo haitiano Anténor Firmin, della keniota Mary Nyanjiru, della missionaria inglese Alice Seeley Harris o di Lamine Senghor, giovane fuciliere senegalese divenuto militante comunista e anticolonialista.
Il secondo episodio, dal 1927 al 1954, è quello del confronto. Che sia attraverso la penna dell'algerino Kateb Yacine, che scopre all'età di 15 anni, nel 1945, durante il massacro di Sétif, che il motto repubblicano francese, appena restaurato, non si applica a tutti, o quello di la poetessa Sarojini Naidu, vicina a Gandhi, che vedrà nel 1947, nel bagno di sangue della spartizione dell'India, infranto il suo sogno di fratellanza, si alza un vento di resistenza, che finirà negli anni Sessanta indipendenza di quasi tutte le colonie. Ma a che prezzo? Questo episodio segue anche le lotte dell'inafferrabile agente Komintern Nguyên Ai Quoc ("il Patriota"), che avrebbe poi preso il nome di Ho Chi Minh, futuro vincitore di Diên Biên Phu, o quello di Wambui Waiyaki, intrepida giovane recluta. di Mau-Mau.
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