Au l'inizio del XX secolo, quando l'intera Africa, con l'eccezione dell'Etiopia che sconfisse l'invasore italiano sotto Menelik II e la Liberia fondata dai discendenti afro, è sotto il giogo totale della colonizzazione, i neri della diaspora sono risvegliandosi lentamente a una coscienza africana assertiva. Il processo di distruzione dell'Africa nera un tempo ricca, iniziato 20 anni prima dall'Europa, raggiunge il suo apice con l'occupazione della terra.
È un'Africa decimata da 400 a 600 milioni di perdite umane durante i trattati europei e arabi che subisce il dominio dei coloni bianchi inglesi, francesi, portoghesi, tedeschi, belgi, olandesi e spagnoli, stabilendo ovunque un sistema di apartheid e di segregazione, messo neri schiavi in patria e saccheggiano il continente nero fino alla sazietà per arricchire l'Europa priva di materie prime. Tra i crimini più atroci, i 10000000 di morti in Congo commessi dal re belga Leopoldo II in 20 anni, rimangono l'evento più atroce di questo periodo. Nelle Americhe, molti neri stanno iniziando a sperare nell'uguaglianza per cui hanno combattuto da allora, e l'orgoglio africano sta lentamente crescendo.
Il ritorno intellettuale in Africa si sta intensificando. Così, un avvocato afro-trinidadiano, Henri Sylvester Williams (1861-1911), ha fondato a Londra l'associazione africana, il cui obiettivo è l'unità degli africani nativi del continente e quelli della diaspora. È la prima conferenza internazionale contro il razzismo e il colonialismo. La parola panafricano è nata a Londra nel 1900. Henri Sylvester Williams è il fondatore del panafricanismo. Tra i 30 delegati la maggioranza è caraibica e nera che vive in Inghilterra. Sono presenti anche alcuni africani e afroamericani. Tra questi c'è William Edward Du Bois (1868-1963), un accademico di talento, che diventerà il leader del movimento. La conferenza che fa il punto sullo stato dell'Africa e della sua diaspora dà vita a un comitato guidato da WEB Du Bois che chiede riforme moderate della politica coloniale. Il documento implora le nazioni colonialiste di “riconoscere e proteggere i diritti degli africani e dei discendenti degli africani”. Non avrà alcun impatto.
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