SRappresentandosi come un eroe mitico nella modernità e la psicoarteterapia come una ricerca iniziatica, il paziente-richiedente intraprende il suo viaggio proiettando le sue pulsioni di morte, immaginate come un mostro divoratore, su un mezzo artistico, uno spazio utopico in cui la lotta eroica. Lotta Gigantomachica durante la quale, annientato, il mostro rinasce costantemente dalle sue scorie.
Questa prima fase dell'attività psichart-terapeutica insegna l'impeto che lo scontro sadico è di natura disperata perché non conosciamo un fine assegnabile. Per definizione, la distruzione crea nuovi impulsi.
La seconda fase della psicoterapia è quando il richiedente, incapace di sopportarlo oltre, e anticipando la propria morte, farà appello alla sollecitudine del padre trascendente affinché media il suo scontro mortale con il mostro implacabile. Questa fase in cui il richiedente sperimenta la finitezza umana e la trascendenza del padre è cruciale perché inaugura il momento umanizzante della colpa e della riparazione simbolica, attraverso l'attività artistica creativa.
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