LQuando il rapporto d'amore muore e, lasciamo perdere, corriamo il rischio di cadere nel vuoto, c'è solo il rapporto d'odio da trattenere sull'orlo del precipizio. L'odio è l'ultima reazione di difesa dell'essere con la malattia dell'amore.
L'odio è sostenuto dalla rabbia dell'impotenza: "Ti odio a morte perché non mi ami". L'odio è quindi l'ultimo anello, di essenza allucinatoria, che lega l'amante all'oggetto indifferente, forse che non è mai esistito. Dobbiamo "leggere" l'odio come un dispetto amoroso con cui l'essere che perde le sue illusioni d'amore (la sua ragione di vivere) aspira con tutta la forza del suo essere alla distruzione della sua "metà" fantasmagorica.
Nasce l'odio invece della disillusione. Questo è ciò che ci porta a registrare il rapporto di odio nel registro immaginario del sadomasochismo dove è impossibile discernere chi agisce e chi soffre: chi guida il gioco? In verità, è la stessa persona che è sia sadica che masochista. Un'auto-tortura quindi, il rapporto di odio. Quello di essere in "sofferenza" chi non ha beneficiato di una struttura simbolica per mancanza di un padre mediatore.
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