Pacque nere, maschere bianche è un'opera scritta da Frantz Fanon e pubblicato a Seuil en 1952. Il libro si apre con una citazione diAimé Césaire (Discorso sul colonialismo). Sto parlando di milioni di uomini che sono stati sapientemente instillati con paura, complesso di inferiorità, tremori, inginocchiati, disperazione, tirapiedi.
Si tratta di fare un'analisi, da un punto di vista psicologico di ciò che il colonialismo lasciato in eredità all'umanità, e questo a partire dal rapporto tra il Nero e il Bianco. Si tratta di un intero insieme di definizioni che sono fatte dalla differenziazione, e per questo il primo capitolo pone le basi di linguistica. Fanon si muove avanti e indietro tra, da un lato, le esperienze che ha raccolto nella propria esistenza di studente e di dottore, nonché nelle testimonianze letterarie contemporanee (Senghor, Césaire, Mayotte Capécia...), e d'altra parte le analisi dei filosofi (Sartre, Ma anche Michel Leiris, Georges Mounin,Marie Bonaparte, Alfred Adler). La sua tesi è che la colonizzazione ha creato una nevrosi collettiva che deve essere eliminata. Descrive tutte le stratificazioni per consentire una consapevolezza da parte di Indie occidentali e, secondariamente, neri africani e bianchi francesi. Questo breve lavoro avrà scarso impatto in Francia ma rimane importante nella letteratura anticolonialista. Colpisce di più per la veridicità del folle grido, soprattutto nel capitolo 6 e nella conclusione, simile alla poesia di Leon Gontran Damasco, che per le sue analisi linguistiche e psichiatriche che saranno sviluppate con più ampiezza e metodo in Il discorso dell'India occidentale d 'Edouard Glissant che si ispira a questo lavoro.
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Pelle nera, maschere bianche
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Caratteristiche
Data di uscita | 2015-04-09T00:00:01Z |
Lingua | Français |
Numero di pagine | 240 |
Data di pubblicazione | 2015-04-09T00:00:01Z |